Alla conferenza del 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts d’Anversa, René Magritte dichiara: De Chirico gioca con la bellezza, immagina e realizza quel che vuole: dipinge Le chant damour dove si vedono riuniti un guantone da boxe e il volto di una statua antica. È questo lo spirito che ispira il Museo darte della Svizzera italiana a rendergli omaggio con una mostra ricalcando il titolo di quella conferenza, Magritte. La Ligne de vie. Dal 16 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 saranno esposte circa novanta opere che ripercorrono nel complesso la vicenda artistica del pittore belga, seguendo il filo rosso suggerito dalle sue parole. Questa poesia trionfante ha spiazzato leffetto stereotipato della pittura tradizionale. È la rottura completa con le abitudini mentali proprie agli artisti prigionieri del talento, del virtuosismo e di tutte le piccole specialità estetiche. Si tratta di una nuova visione del mondo in cui lo spettatore ritrova la dimensione dellisolamento e può sentire il silenzio del mondo.
Come suggerisce il titolo La linea della vita, la mostra abbraccia lintero percorso esistenziale dellartista, a partire dai primi anni Venti con opere dal tratto futurista poco conosciute al grande pubblico, passando per il copioso periodo 1925-1936 più caratteristico e surrealista, fino ai memorabili lavori della maturità come La memoria (1948) e La Grande Guerra (1964), nonché lunico capriccio – il periodo vache (francese – vacca), nel 1948 – in cui si allontana dal suo stile con una serie di dipinti dai colori sgargianti e ampie pennellate che fa il verso ai fauves. Il tutto è arricchito da documenti, fotografie, affiches del periodo giovanile e la proiezione dei suoi film realizzati negli anni Cinquanta.
Molto spazio è dedicato al periodo surrealista, ispirato alla Metafisica e soprattutto a De Chirico. Infatti sono messe a confronto anche due tele in particolare: I piaceri del poeta (1912) dellitaliano e La difficile traversata (1926) del belga. Magritte ricerca leffetto straniamento attraverso numerosi espedienti, come decontestualizzare oggetti di uso quotidiano, rappresentare cose fatte di una materia diversa da quella di cui sono fatte realmente (come in Memorie di un viaggio), associazioni arbitrarie di immagini e parole (I riflessi del tempo, 1928; Il profumo dellabisso, 1928) o visioni oniriche (Il nottambulo, 1928). Allepoca la sua bizzarria attirò critiche, ma si tratta di opere che suscitarono critiche per quelle stesse caratteristiche che le rendono capolavori.
Fondazione Magritte ha appoggiato la realizzazione della mostra che nel corso del 2019 verrà spostata allAmos Rex di Helsinki.