Roy Lichtenstein (New York 1923-1997) è, insieme a Andy Warhol, la figura più rappresentativa e più conosciuta della Pop Art americana che ha influenzato grafici, designer, pubblicitari ed altri artisti contemporanei tanto che ancora oggi è possibile riscontrare lo stile di Lichtenstein in ogni ambito del design e della comunicazione.
Ora una mostra – allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo presso Parma – riunisce oltre 80 opere del Maestro e degli altri grandi protagonisti della Pop Art americana; per evidenziare sia la sua originalità che la sua appartenenza a uno specifico clima, sono presenti infatti, a confronto con quelle di Lichtenstein, anche opere iconiche di Andy Warhol, Mel Ramos, Allan DArcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana. Un appuntamento unico nel suo genere, reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Magnani-Rocca con celebri musei internazionali e prestigiose gallerie e collezioni private.
Il suo caratteristico stile mutuato dal retino tipografico, il suo utilizzo del fumetto in ambito pittorico, le sue rivisitazioni pop dell’arte del passato lontano e recente sono entrate non solo nella storia dell’arte del Novecento, ma nell’immaginario collettivo anche delle nuove generazioni, stampati allinfinito su poster e oggetti di consumo.
In virtù di questa sua fama e della sua centralità, Lichtenstein è stato oggetto nel mondo di numerose mostre antologiche, che ne hanno ripercorso la lunga carriera, iniziata negli anni Cinquanta, giunta a un punto di svolta decisivo nei primissimi anni Sessanta, consacrata definitivamente nel corso dello stesso decennio e proseguita con coerenza e costante riscontro sino alla scomparsa avvenuta nel 1997.
La prima parte della mostra è dedicata alla stagione iniziale della Pop Art, quegli anni fra il 1960 e il 1965 in cui nascono le icone di Lichtenstein tratte dal mondo dei fumetti e della pubblicità, qui a confronto con i lavori dei compagni di avventura dellartista, quali i citati Warhol, Indiana, DArcangelo, Wesselmann, Ramos, Rosenquist e altri ancora, a testimoniare della nuova società e della nuova arte che la rispecchia e che prende il nome di Pop Art. Questo periodo è rappresentato in mostra da autentici capolavori pittorici come Little Aloha (1962) e Ball of Twine (1963), ma anche da una rarissima opera degli inizi come VIIP! (1962), e da una strepitosa serie di opere grafiche, tra le quali spiccano Crying Girl (1963) eSweet Dreams, Baby! (1965), le più geniali e celebri rielaborazioni delle tavole dei comics che ancora HYPERLINK “javascript:mails_addtocal(1,%22oggi%22);” oggi identificano non solo Lichtenstein ma un intero decennio della storia dell’arte e del costume del XX secolo.
A fianco delle opere derivate dai fumetti, certo le sue più conosciute, Lichtenstein inizia alcune serie che hanno come riferimento da un lato la storia dellarte, dallaltro il grande tema dellastrazione pittorica: sono i dipinti che testimoniano la varietà e la complessità del pittore e che aprono nuove interpretazioni sia sulla sua opera che sullintera stagione della cosiddetta Pop Art: anche in questo caso alle opere di Lichtenstein si affiancano quelle dei suoi coetanei, continuando quel dialogo fondamentale tra protagonisti di uno dei momenti cruciali dellarte del XX secolo. Esemplari a questo proposito sono le astrazioni numeriche e letterarie di Robert Indiana (con un prezioso FOUR degli anni Sessanta e una celebre scultura LOVE) o il ciclo Flowers di Andy Warhol.
La mostra è poi punteggiata da alcune serie di fotografie che ritraggono lartista allopera nel suo studio. Gli autori sono due protagonisti della fotografia darte italiana, Ugo Mulas e Aurelio Amendola, che, in diversi momenti, hanno ritratto Lichtenstein: in questo modo non solo si può entrare nellofficina dellartista, ma anche leggere il rapporto che sempre ha legato la cultura italiana al pittore.
La mostra può essere vista seguendo due percorsi complementari: considerando i diversi temi secondo il tradizionale ordine cronologico, oppure analizzandoli sotto diversi punti di vista – seguendo proprio la metodologia di Lichtenstein – con una particolare attenzione, oltre che alle opere su tela, alla formidabile produzione grafica, momento assolutamente centrale nel percorso creativo dell’artista. Centrale anche nellaffermazione pubblica di Lichtenstein e della Pop Art in generale, che proprio nella grande diffusione permessa dalla grafica ha trovato uno dei motivi principali del suo successo realmente popolare.
Roy Lichtenstein e la Pop Art americana
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma). Dall8 settembre al 9 dicembre 2018.