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Riaffiora a Ponte Milvio un inaspettato sito archeologico

da | 16 Lug 2018 | Arte e Cultura

La Città Eterna nasconde una storia sotto ogni sasso e l’ultima scoperta lo conferma. Sulle sponde del Tevere vicino al Ponte Milvio è stato riportato alla luce un complesso archeologico risalente ai primi secoli dell’era cristiana. Si tratta di quattro ambienti e un’area sepolcrale con tre tombe. La scoperta, avvenuta per caso in un cantiere dell’Acea, contiene per gli studiosi un enigma che riguarda la compresenza delle due tipologie di costruzioni databili in diverse epoche. Infatti si possono distinguere almeno due fasi nella stratigrafia del sito. Gli stabili della fase più antica (tra il I e il II secolo dopo Cristo) appartengono a un probabile magazzino in cui si svolgevano attività commerciali, mentre le altre costruzioni rifinite con marmi pregiati (III e IV secolo) hanno fatto pensare in un primo momento a una ricca villa suburbana e in seguito a un luogo di culto cristiano. Tuttavia “non ci sono elementi inequivocabili per identificarlo come chiesa”, spiega il direttore scientifico dello scavo Marina Piranomonte.

I primi reperti sono stati trovati verso la fine dell’autunno e con l’arrivo dell’inverno i lavori sono stati sospesi. Purtroppo il posto non è favorevole agli scavi, il sito è stretto tra il fiume da un lato – motivo di inondazioni e frane – e dall’altro una delle principali arterie della circolazione di Roma – sotto cui si estende il resto della struttura. Non si può ampliare di più il sito. D’altra parte bisogno preservarlo dai capricci della natura. Come dice Francesco Prosperetti, della Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio: “L’interro dei reperti archeologici è sempre il miglior modo di conservarli”, e presto ciò che è tornato alla luce sarà restituito alla terra. Ormai solo le ulteriori consultazioni sulle fonti d’archivio e le analisi in laboratorio sui materiali di scavo saranno il solo modo che potrà risolvere l’enigma archeologico del Ponte Milvio.

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