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Un’Opera al passo con i tempi. La nuova stagione 2018/2019 del Teatro dell’Opera di Roma

da | 28 Giu 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Insieme – Don Chisciotte di Laur ent Hilaire © Yasuko Kageyama

Tredici opere, di cui nove nuovi allestimenti, sei spettacoli di balletto, fra cui tre nuovi allestimenti in un equilibrato mix di tradizione e innovazione. Un amalgama di antico e moderno di cui è visibile espressione la campagna pubblicitari affidata alla matita di Gianluigi Toccafondo che ha scelto come immagine guida il pubblico in festa che danza.

La nuova stagione lirica è annunciata, come è consuetudine, sul palcoscenico del Teatro Costanzi, dal sovrintendete Carlo Fuortes, accanto il sindaco e presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Virginia Raggi, Albino Ruberti capo di gabinetto del presidente Zingaretti che ha confermato il sostegno della Regione Lazio di un milione 8oo mila euro e Lorenzo Tagliavanti presidente della Camera di Commercio di Roma che destina alle attività culturali il5% del bilancio complessivo. E al suo debutto il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli, attento alle coproduzioni, che ha sottolineato l’importanza delle fondazioni lirico-sinfoniche, assi della cultura del nostro paese, e del Teatro dell’Opera che tiene viva e alta la grande tradizione italiana dell’opera lirica, della musica e della danza nel mondo.

Ad Eleonora Abbagnato il compito di illustrare la stagione dei balletti. Ad esaltare i progressi del corpo di ballo ben cinque da ‘Il lago dei cigni’ di Cajkoskij con la coreografia di Benjamin Pech già étoile dell’Opera di Parigi a e assistente a Roma, alla nuova ‘Carmen’con la coreografia di Jiri Bubenicek, alla serata Philip Glass con i costumi di Maria Grazia Chiuri per la Maison Dior, e a maggio ‘Blanche Neige’, coreografia di Angelin Prelijocaj del 2008, su un collage di Mahler. Il costume della strega è firmato Jean-Paul Gaultier.

La nuova stagione 2018-19 del Teatro dell’Opera , fra il Costanzi e le Terme di Caracalla, è lunghissima, inizia il 2 dicembre 2018 e termina a novembre 2019.’ Cerchiamo di portare il meglio del teatro musicale a Roma ‘ spiega il soprintendente Fuortes – con l’attenzione alla grande tradizione riletta con gli occhi della modernità’. E continua per la strada intrapresa da quattro anni aprendosi a grandi coproduzioni nazionali e internazionali e alle novità del contemporaneo perché l’opera è spettacolo vivo e deve parlare il linguaggio della modernità’. Una linea programmatica molto apprezzata dal pubblico che è aumentato del 30% rispetto all’anno scorso, facendo registrare 14 milioni di incassi ( erano fino al 2013 solo 7 milioni e mezzo). Del resto, come ripete Fuortes, il pubblico è un chiodo fisso ed è fondamentale per il bilancio. Solo grazie agli incrementi della biglietteria, rimanendo stazionari i contributi pubblici, si è potuto fare quello che si è fatto, precisa. ‘L’opera lirica rappresenta la sola occasione per interpretare il presente attraverso i capolavori del passato’, prosegue il direttore artistico Alessio Vlad. ‘Il pubblico che viene a teatro deve meravigliarsi’ dice. Fare teatro vuol dire scegliere interpreti adatti alle parti che interpretano, funzionali alla riuscita dello spettacolo, che è un fatto corale, non di singoli divi come una volta.

Ad aprire la stagione sarà un’opera della grande tradizione italiana, il ‘Rigoletto’, il ‘capolavoro’ di Verdi secondo il maestro Daniele Gatti chiamato a dirigerlo (otto recite fra il 2 e il 18 dicembre). Il grande repertorio rivisitato con occhi contemporanei. Il nuovo allestimento ha la regia di Daniele Abbado qui per la prima volta, le scene e le luci di Gianni Carluccio, i costumi di Francesca Sartori e Elisabetta Antico.

A seguire a febbraio la nuova produzione dell’Opera ‘Anna Bolena’ di Gaetano Donizetti, un titolo molto amato ma presentato al Costanzi solo due volte, nel 77 protagonista Leyls Gencer e nel ’79 con Katia Ricciarelli. A Roma torna con un nuovo allestimento, direttore Riccardo Frizza, regia Andrea De Rosa. Fra gli interpreti Maria Agresta che torna dopo il successo nel ‘Simon Boccanegra’nel 2012 e Carmela Remigio, al suo debutto nel ruolo di Giovanna Seymour.

Altro titolo interessante, ‘Orfeo e Euridice’di Gluck, che manca sulle scene romane da cinquant’anni. Nel ’68 venne diretto da Ferruccio Scaglia. Il nuovo allestimento, fedele alla versione di Vienna del 1762, vede a marzo la coproduzione con il Théâtre des Champs-Elysées, Château des Versailles Spectacle e Canadian Opera Company. Dirige Gianluigi Capuano, per la prima volta al Costanzi, così come il regista Robert Carsen. Che a novembre tornerà per il mozartiano ‘Idomeneo, re di Creta’, presentato a Roma una sola volta nell’83, ora in un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Real di Madrid e la Canadian Opera Company.

Ma la novità più frizzante arriverà ad aprile nel regno della grande lirica. In coproduzione con il Teatro La Fenice andrà in scena ‘La vedova allegra’ di Franz Lehar, già presentata a Venezia, l’operetta più gioiosa e amata. E’ stata vista l’ultima volta nel 2007 diretta da Daniel Oren, con la regia di Vincenzo Salemme. Ora sarà in tedesco, la lingua originale, la direzione d’orchestra è affidata a un musicista emergente Constantin Trinks e la regia a Damiano Michieletto, che ha inaugurato la stagione ’17/’18 con ‘La damnation de Faust’.

Una nuova produzione per un titolo molto interessante del teatro musicale del Novecento, ma piuttosto raro ‘L’angelo di fuoco’ di Sergej Prokof’ev. Un’opera visionaria immersa in un clima di misticismo ed erotismo che l’autore non vide mai in scena. Al Costanzi è stata presentata una sola volta nel ’66 diretta da Bruno Bartoletti con la regia di Virginio Puecher. Nella forma odierna a giugno sarà diretta da Alejo Pérez, regista di spicco Emma Dante che a giugno dirigerà anche ‘La Cenerentola’ di Rossini nella versione che ha avuto molto successo nel 2016.

Ad autunno 2017 due capolavori di Mozart. Dopo il ‘Così fan tutte’ del 2016 e le prossime molto attese ‘Nozze di Figaro’ Graham Vick conclude la trilogia Mozart/ Da Ponte con il ‘Don Giovanni’ in un nuovo allestimento diretto da Jérémie Rhorer, al suo debutto al Costanzi.

La stagione si concluderà con una prima assoluta, che dimostra l’attenzione che l’Opera ha per il contemporaneo. Tre recite di ‘Un romano a Marte’, chiaramente ispirato a Ennio Flaiano, musica di Vittorio Montalti, libretto di Giuliano Compagno. E’ lo spettacolo che ha vinto il concorso 2013/2014 per giovani compositori bandito dall’Opera di Roma. La nuova opera sarà diretta da John Axelrod, regista Fabio Cherstich che si misura col palcoscenico dopo le esperienze del fortunato progetto ‘Opera Camion’. Una nuova proposta di spettacolo musicale innovativo che esce dalle sale, si mescola fra la gente, portando l’opera nei luoghi in cui si vive.

Al di là della programmazione annuale, alcune opere per tutte le stagioni, sempre verdi, a dicembre ‘Tosca’ con le scene e i costumi originali di Adolf Hohenstein della prima del 1900, ricostruiti da Carlo Savi e Anna Biagiotti e a gennaio ‘La traviata’ con la regia di Sofia Coppola e gli abiti di Valentino.

E per la prima volta con grande anticipo, nella presentazione della stagione del Costanzi, vengono inseriti anche i titoli di Caracalla del 2019, le date saranno comunicate a luglio. Una sensibilità che non dovrebbe mai mancare considerando il richiamo che la musica può esercitare in particolare sul turismo internazionale. In programma c’è una nuova produzione di ‘Aida’, che mancava dal 2011, affidata alla regia di Hugo de Ana, la riproposizione de ‘La traviata’ e del balletto ‘Romeo e Giulietta’, in scena anche quest’anno.

Ma oltre l’opera in senso stretto il cartellone presenta alcune proposte di difficile definizione. Fra queste l”Opera d’arte’ di William Kentridge. L’artista, regista dell’applaudita ‘Lulu’ del maggio ’17, torna a settembre con un evento a cui Fuortes tiene molto. In assoluta libertà di ideazione e scelta allestirà una ‘seconda serata’ dopo quella di Alexander Calder nel ’68. Allora fu un evento- spettacolo ‘Work in progress’ della durata di diciannove minuti basato sui suoi famosi ‘mobiles’, le forme in movimento. Lo spettacolo di Kentridge s’intitola ‘Waiting for the Sybil’, Aspettando la Sibilla, un’installazione che sarà realizzata nei laboratori del teatro a via dei Cerchi. Vedremo.

Informazioni tel. 06-481601 e www.operaroma.it

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