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‘WALLS. Le mura di Roma’ Fotografie di Andrea Jemolo

da | 26 Giu 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Interno delle Mura su via Campania. Studio Randone, Scuola di ceramica

E’ dedicata alla cinta muraria urbana più lunga, antica e meglio conservata della storia, le ‘Mura Aureliane’, la bella mostra ‘Walls. Le mura di Roma’, promossa da Roma Capitale. Ideata dal Soprintendente Parisi Presicce, curata da Federica Pirani e Orietta Rossini, organizzata da Zètema, è aperta al Museo dell’Ara Pacis fino al 9 settembre (catalogo Treccani). Una muraglia di oltre dodici chilometri, dei 19 originari, che come un abbraccio protettivo circonda la città seguendone il sinuoso percorso. Un monumento costantemente sotto gli occhi, che sfiora quartieri eleganti ed esclusivi e quartieri periferici e popolari, un gigante che si mostra in tutta la sua imponenza, offrendosi allo sguardo di chi sa vedere, di chi sa cogliere nel mutare della luce che lo colpisce il susseguirsi delle stagioni. Ma di cui sembra che i romani quasi non si accorgano, salvo stupirsi e protestare quando a causa degli acciacchi del tempo o dell’incuria cede qualche tratto. Quasi che per rendersi conto della loro esistenza sia necessario negarla. Come fece nel ’74 Christo che impacchettò per 40 giorni un tratto di Mura di circa 250 metri a Porta Pinciana, fra Villa Borghese e Via Veneto fra lo stupore e le proteste della gente.

La campagna fotografica affidata dalla Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali ad Andrea Jemolo, maestro della fotografia d’arte e architettura, vuole proprio rispondere a una certa freddezza e indifferenza dei cittadini verso un monumento simbolo della città. Che torna ad essere visibile attraverso lo sguardo di Jemolo che ha fotografato i tratti che tutti possono vedere e quelli nascosti e inaccessibili al pubblico. Da ottobre a dicembre 2017, ma qualche scatto scavalca l’anno, Jemolo armato della sua macchina Sinar a lastre di 10 per 12 centimetri, dopo attenti sopralluoghi e lente riflessioni, ha scattato foto con lunghi tempi di posa che raccontano il monumento così com’è oggi e tutto ciò che lo circonda. Sono una settantina di fotografie a colori di grandi dimensioni ed ad altissima definizione, scelte dalle curatrici fra le 150 realizzate dall’autore, che individuano scorci inattesi e punti di vista inusitati. Accanto ad ogni foto la didascalia, ‘Porta Asinaria. Esterno ed interno dei torrioni’, ‘Le Mura verso Viale Carlo Felice. Camminamenti interni’, ‘Resti del Castro Pretorio inglobati nelle Mura lungo viale del Policlinico” e in piccolo la pianta della città con la sua cinta muraria e l’indicazione in rosso del luogo rappresentato. In modo che tutti possano rendersi conto del tratto rappresentato. Il percorso lungo le mura e le porte che una volta prendevano nome dalle antiche strade, poi prevalse il richiamo ai luoghi di culto a cui conducevano ( Porta Asinaria diventa Porta San Giovanni in Laterano, Porta Ostiensis sarà Porta San Paolo’) può iniziare da Porta del Popolo già Porta Flaminia per continuare verso il Muro Torto visto dal ponte di Villa Borghese e proseguire nel tratto di Mura presso piazza Fiume con la casa studio dello scultore Ettore Ferrari. Altra casa d’arte in via Campania è lo Studio Randone tuttora esistente. E scoprire nel Viale di Porta Tiburtina l’esterno delle Mura inglobate in Villa Dominici. O immaginare di percorrere i camminamenti interni delle Mura lungo via Carlo Felice.

Il reportage di Jemolo è il primo lavoro di documentazione integrale delle Mura dopo quello dell’archeologo John Henry Parker (in mostra l’album che le raccoglie), che fra il 1864 e il 1877 incaricò a più riprese dei fotografi professionisti come Carlo Baldassarre Simelli. E’ il Fondo Parker, oltre 3300 immagini della città e dei dintorni, conservato Al Museo di Roma. Una cinquantina di queste foto d’epoca (di grandi fotografi selezionati da Parker e di altri attivi nello stesso periodo), che immortalano luoghi come l’Arco di Dolabella, l’Anfiteatro Castrense, l’acquedotto Claudio, sono esposte in alcune sale a parte, in un dialogo stimolante anche se indiretto con gli scatti di Jemolo. Fra queste una stampa all’albumina di Ludovico Tuminello, il ‘Panoram delle Mura e Porta Pia con la ‘breccia’ ripreso da Villa Patrizi’ nel 1870.

La storia della Mura di Roma è legata al nome dell’imperatore Aureliano che regna per pochi anni, dal 270 al 275 d. C. in un tempo in cui Roma domina ancora un territorio vastissimo, insidiato da potenti nemici. Ai confini premono le popolazioni germaniche contro cui vengono compiute ben cinque campagne dall’imperatore Gallieno, poi ci sono i potentati orientali come il regno di Palmira della regina Zenobia combattuto dallo stesso imperatore che sconfigge anche Vandali, Alamanni e Marcomanni. E allora ecco la nuova cinta muraria. E bisogna fare in fretta, così si utilizzano materiali diversi e di recupero, mattoni, tufo, marmo, usando anche edifici presenti lungo il percorso come i Castra Praetoria e le arcate dell’Acquedotto Claudio. L’opera è imponente, misura sei metri e mezzo in altezza, tre metri di spessore e ogni trenta metri massicce torri quadrate a scandire il percorso di 13 miglia romane. Richiede quindi un grande impegno economico e circa quattro anni di lavoro (271-275/76 d.C.). Tutta la città viene cinta nell’abbraccio delle sue Mura includendo nel tracciato le colline e alcuni edifici pubblici e terreni privati che sarebbe stato troppo rischioso lasciare in mano nemica. Anche per questo Aureliano, nato in Pannonia, viene considerato fra i più grandi imperatori romani tanto che l’anno prima della morte la zecca di Roma conia una moneta definendolo ‘Restitutor orbis’, ‘Restauratore del mondo’.

Ma le Mura non sono solo la testimonianza del tempo di Aureliano, rappresentano anche il palinsesto della storia della città, perché molti altri dopo di lui, vi hanno messo le mani, trasformandole continuamente. Onorio nel V secolo rinforza e innalza l’intera struttura, nel VI secolo per la guerra greco gotica e nei secoli successivi sono i papi a intervenire firmandole con il loro stemma, fino a quando nel 1847 papa Pio IX con ‘motu proprio’ le affida all’amministrazione comunale della città, per fungere fino agli inizi del XX da cinta daziaria. Mira alla manutenzione e alla valorizzazione lo stanziamento di Roma Capitale di sei milioni di euro per il triennio 2018-2020. ‘Una cifra ingente che permetterà finalmente di procedere ai restauri e alla realizzazione di un progetto di apertura al pubblico di nuovi spazi e percorsi, ad esempio i tanti camminamenti panoramici che aprono scorci e punti d’osservazione inusitati sulla città’, precisa il soprintendente capitolino Claudio Parisi Presicce. A questi si aggiungono 500 mila euro per la programmazione.

Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma. Orario: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore

19.30, fino al 9 settembre 2018. Informazioni: tel. 060608 e www.arapacis.it

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